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Vicenza
(e la sua provincia)


Palazzo Chiericati

 

Guarda il filmato di presentazione degli itinerari a Vicenza

 
(puoi anche scaricare il filmato in formato mp4)

 

Pur non essendo ancora una meta privilegiata negli itinerari turistici, Vicenza vanta uno dei centri storici più significativi d'Italia dal punto di vista monumentale, soprattutto grazie ai grandi capolavori di Andrea Palladio, che ne hanno fatto un luogo degno della protezione dell'UNESCO. In realtà però Vicenza non è solo Palladio. Nel raggio di poche centinaia di metri, nel suo centro storico, si concentrano decine di palazzi gotici e rinascimentali, di chiese medievali, di resti dell'epoca romana (tra cui uno strepitoso criptoportico) e un monumento unico, il Teatro Olimpico, primo teatro stabile al mondo costruito dopo l'età classica. Basterebbe quest'ultimo manufatto, giunto intatto fino a noi nonostante la sua fragilità grazie a una incredibile concatenazione di eventi, per rendere meritevole di un viaggio questa nobile città di provincia.

Vicenza, il cui nome ha radice latina (da vicus, villaggio), vanta in realtà origini molto più antiche rispetto al periodo della romanizzazione: sul suo sito si trovava infatti un importante santuario di epoca paleoveneta, testimoniato dalle preziose lamine dorate, ex-voto dedicato alla Dea Madre Reitia, oggi conservate al Museo Naturalistico-Archeologico. Durante l'età romana, Vicenza è città piccola ma operosa: nel tessuto urbano sono stati trovati resti di ricchi edifici pubblici (terme, teatro) e di sfarzose domus alle quali appartenevano i grandi mosaici conservati al Museo Naturalistico-Archeologico nonché l'originale criptoportico, monumento quasi unico in Italia. Molto poco ci è rimasto del periodo tardoantico e altomedievale, anche se i centri della vita comune continuano a persistere sulle medesime aree; colpisce in particolare la precoce affermazione in città della religione cristiana e la collocazione del suo centro nel luogo che tutt'oggi ospita la Cattedrale. L'architettura vicentina rinasce attorno al XIII secolo, quando vengono erette in città le prime grandiose chiese gotiche degli Ordini Mendicanti: Santa Corona, San Lorenzo e San Michele (quest'ultima distrutta dai bombardamenti alleati durante il secondo conflitto mondiale). Il centro inizia a trasformarsi in senso compiutamente monumentale dopo la 'dedizione' di Vicenza a Venezia del 1404: con la sempre maggiore influenza della Serenissima negli affari interni, si impone in città lo stile gotico fiorito di chiara impronta lagunare, caratterizzato da archi acuti e impennacchiati, pentafore, esuberanti decorazioni floreali. Il passaggio a un moderato linguaggio rinascimentale viene inaugurato verso la fine del Quattrocento dalla presenza in città dell'architetto emiliano Lorenzo da Bologna, ma la vera rivoluzione, una rivoluzione che in realtà trascende il piccolo ambito vicentino, avviene solo con la nascita di Andrea Palladio. Andrea Della Gondola è in realtà, nei primi trent'anni della sua vita, un semplice scalpellino di origini padovane, impiegato presso la bottega dei Maestri di Pedemuro a Vicenza; la sua trasformazione in Palladio avviene grazie all'input di un grande umanista e uomo politico, Giangiorgio Trissino, che lo vede lavorare nel cantiere per una sua villa e intuisce in lui un notevole talento architettonico. Il non così giovane Andrea viene spedito a Roma in una serie di viaggi: siamo nell'epoca del Rinascimento e la conoscenza dell'arte classica viene considerata presupposto essenziale per qualunque apprendista architetto. Nell'Urbe, Andrea rimane impressionato sia dai resti antichi sia dall'uso che i moderni (Bramante, Raffaello, Alberti) stavano facendo o avevano fatto dei medesimi. Una volta tornato a Vicenza e acquistata grande fama grazie all'incarico per la nuova basilica, ottenuto tramite i buoni uffici di Trissino, Andrea, nominato Palladio dal suo sagace mentore in omaggio alla dea Pallade Atena, inizia una fittissima opera di aggiornamento in senso monumentale e antichizzante del centro cittadino e della campagna veneta. Sfruttando l'enorme ricchezza e anche la grande litigiosità della sua committenza, disposta più di ogni altra a spendere pur di apparire, Palladio inanella palazzo su palazzo, creando un repertorio di temi e motivi che cambieranno per sempre la storia dell'architettura occidentale.

Consacrato in tutta Europa dal suo trattato bestseller intitolato I Quattro Libri dell'Architettura, Palladio condiziona così tanto l'identità cittadina che tutto quello che avviene dopo di lui dovrà per forza di cose misurarsi con la sua opera: c'è chi se ne distacca (Scamozzi), chi la recupera in senso funzionale (Muttoni), chi la recupera in senso acritico e devozionale (Bertotti Scamozzi) eccetera. E' significativo che il monumento più importante esistente in città sia opera congiunta di Palladio e del suo seguace/nemico Vincenzo Scamozzi: si tratta del Teatro Olimpico, contemporaneamente primo teatro dell'epoca moderna e ultimo teatro dell'epoca antica, Regno dell'Illusione sia dal punto di vista scenografico sia da quello dei materiali, summa dell'abilità palladiana nel creare mondi di sogno.

Come visitare Vicenza?

La compattezza del centro storico vicentino lo rende agevolmente visitabile in poco tempo, anche se ovviamente chi vuole approfondire ha pane per i suoi denti. Il giro classico del centro cittadino viene solitamente effettuato in mezza giornata; se si ha a disposizione anche l'altra mezza giornata, può essere sensato dedicarla alla visita delle ville suburbane (rimandiamo alla sezione dedicata alle Ville Venete per ulteriori dettagli). Altrimenti, si possono dedicare diverse ore alla visita dei musei cittadini, che custodiscono un patrimonio davvero ricco e per molti versi misconosciuto, oppure del santuario di Monte Berico, importante centro storico-artistico a pochi passi dalla città. In provincia, poi, si trovano almeno altri tre luoghi degni di attenzione: Bassano Del Grappa con il suo Ponte Vecchio, Marostica con il suo Castello scaligero e Schio con la sua archeologia industriale. Le seguenti proposte possono essere lette come itinerari a sé stanti o combinate tra loro a seconda delle esigenze particolari di ciascuno.

1. Il centro storico di Vicenza
Il tour classico tra le piazze della città


La piazza dei Signori


La Loggia del Capitaniato


Contra' Porti

  In mezza giornata è possibile visitare le principali emergenze monumentali del centro. Il tour inizia in piazza Castello, all'estremità occidentale della Vicenza medievale, dove affacciano i palazzi palladiani Thiene-Bonin-Longare e Porto-Breganze. Si continua con la piazza Duomo, dove si trovano la Cattedrale e il criptoportico romano. Si prosegue nella famosa piazza dei Signori, dove ci sono la grande Basilica Palladiana, la Loggia del Capitaniato, la Torre di Piazza, il Monte di Pietà, le due Colonne. A pochi passi di distanza c'è la piazza delle Erbe con la Torre del Girone e, poco distante, la Casa Pigafetta. Si prosegue in contra' Porti, la via monumentale più importante del centro di Vicenza, dove si trovano i palazzi Barbaran da Porto, Thiene, Porto-Breganze, Porto-Colleoni e Porto-Festa. Si continua poi con la grande chiesa di Santa Corona, dov'è conservato il Battesimo di Cristo, capolavoro di Giovanni Bellini. Si conclude infine in piazza Matteotti, dove affacciano il grande palazzo Chiericati e il Teatro Olimpico. Chi ha più tempo a disposizione può aggiungere altre mete, come la grande chiesa gotica di San Lorenzo o la piazza Santo Stefano (dove affacciano l'omonima chiesa e tre importanti palazzi: Lanzè-Sesso, Negri-De Salvi e Thiene). Questo itinerario consente di afferrare fino in fondo sia l'identità storica di Vicenza sia la portata della rivoluzione palladiana: la conclusione al Teatro Olimpico (unico ingresso a pagamento) è degna di un percorso segnato dalla grandezza delle impronte che l'architettura è in grado di lasciare sul paesaggio. Se come affermava Palladio il compito dell'architetto è rendere più lieve la vita e quindi avvicinare alla felicità, una visita a Vicenza dà nuovi strumenti a questo avvicinamento, risultando così quasi eversiva nei confronti di tanta ingegneria contemporanea, talmente persa dietro il know how da aver quasi dimenticato il know why.
2. I musei di Vicenza
La città del Palladio vanta anche straordinarie raccolte di arte e archeologia


Il palazzo Chiericati, sede della Pinacoteca Civica


Il chiostro dell'ex-convento di Santa Corona, sede del Museo Naturalistico Archeologico


Il palazzo Leoni Montanari, sede delle omonime Gallerie

  Il museo più importante della città è senza dubbio la Pinacoteca Civica, ospitata nel palladiano palazzo Chiericati. Al suo interno ci sono gran parte dei capolavori presenti in quella che fu la "Cappella Sistina di Vicenza", ossia la chiesa di San Bartolomeo (progressivamente demolita in seguito alla trasformazione in ospedale dell'annesso convento): opere di Bartolomeo Montagna, Giovanni Buonconsiglio, Cima da Conegliano, Marcello Fogolino. Ma sono presenti anche capolavori di Veronese, Tintoretto, Jacopo Bassano, Giambattista Piazzetta. L'opera più importante conservata nel museo è forse Il Tempo scopre la Verità e mette in fuga la Menzogna di Giambattista Tiepolo: è il dipinto che compare, censurato, sullo sfondo delle conferenze stampa da Palazzo Chigi. Un'altra collezione importante è quella ospitata nel Museo Naturalistico Archeologico, situato nell'ex convento della chiesa di Santa Corona: vi si trovano sezioni sulla flora e sulla fauna dei Colli Berici, reperti preistorici e di epoca paleoveneta nonché una grande sezione dedicata all'epoca romana (con i resti del teatro, grandi mosaici, statue) e all'epoca medievale (in provincia di Vicenza, più precisamente a Sovizzo e a Dueville, sono state trovate due tra le necropoli longobarde più importanti d'Italia). Una collezione privata ma facilmente accessibile e molto interessante è quella delle Gallerie di palazzo Leoni Montanari: vi si trova una notevole raccolta di pittura veneta (con in particolare un importante ciclo di Pietro Longhi) e soprattutto una strepitosa collezione di icone russe, la più grande esistente al mondo al di fuori della Russia; lo stesso palazzo che ospita la raccolta, peraltro, è degno di una visita essendo l'unico edificio compiutamente barocco esistente a Vicenza. Altra interessante raccolta privata è quella del Museo Diocesano in piazza del Duomo: vi si trovano naturalmente arte sacra, arredi liturgici ma anche resti archeologici. Un piccolo museo dedicato a Palladio è infine allestito all'interno del palazzo Barbaran Da Porto, che è sede del CISA (Centro Internazionale di Studi Architettonici Andrea Palladio), la più importante istituzione culturale presente in città.
3. Monte Berico
Sulle propaggini settentrionali dei Colli Berici, a pochi passi dalla città, sorge una interessante locazione 'panoramica', sede di un grande santuario e di un curioso museo


Il santuario di Monte Berico


I portici di Francesco Muttoni


Il Museo del Risorgimento nella villa Guiccioli

  A sud di Vicenza si estende l'ameno comprensorio dei Colli Berici; il colle più famoso è anche quello più vicino alla città. La sua destinazione attuale è legata alla leggenda secondo cui la contadina Vincenza Pasini avrebbe avuto, nel 1426 e nel 1428, due visioni: le sarebbe apparsa la Madonna che le avrebbe chiesto l'erezione di un santuario in cambio della fine dell'epidemia di peste che in quegli anni attanagliava la città. Un primo, piccolo santuario viene eretto nel 1428; oggi quella chiesa originaria costituisce il transetto della grandiosa costruzione eretta nel Seicento da Carlo Borella, sulla base di progetti palladiani pesantemente modificati. All'interno del santuario ci sono molte opere di pregio: anzitutto c'è il capolavoro di Paolo Veronese che rappresenta la Cena in casa di Gregorio Magno; un altro manufatto degno di attenzione è il coro ligneo di Pier Antonio dell'Abate. A pochi passi dal santuario si stende un vasto, placido parco pubblico, il giardino di Villa Guiccioli; nella villa che gli dà il nome è ospitato il ricco Museo del Risorgimento, che in realtà racconta la storia dell'Italia e del Vicentino dalle Guerre di Indipendenza fino alla Resistenza. Non vanno poi dimenticati i grandiosi portici che collegano il centro cittadino al santuario, opera settecentesca di Francesco Muttoni, sostitutiva rispetto al classico percorso delle "scalette", tuttora esistente, aperto da un grande arco palladiano.
4. Bassano del Grappa
Ai piedi delle Prealpi Vicentine sorge una città pittoresca e piena di stratificazioni storiche
    Insediamento di origine romana, Bassano diventa un centro importante già in epoca medievale, quando è tra le sedi principali della famiglia degli Ezzelini: a quest'epoca (XIII secolo) risalgono il Castello Superiore, la pieve di Santa Maria e la chiesa romanico-gotica di San Francesco, caratterizzata da un interessante affresco con l'Annunciazione, ispirato all'eresia di Valentino. Negli anni successivi alla dedizione a Venezia del 1404, la città si sviluppa soprattutto attorno al terrapieno che affianca le mura del castello, corrispondenti alle attuali piazze Garibaldi e della Libertà. Su quest'ultima si affaccia il caseggiato ex-Remondini, originariamente occupato dalla grande omonima stamperia, che è stata dal Seicento all'Ottocento una delle più grandi aziende d'Europa. Nell'immaginario collettivo, Bassano è celebre soprattutto per due elementi. Il primo è il famoso Ponte Vecchio, detto anche Ponte degli Alpini, che collega le due sponde del Brenta su cui si sviluppa la città: esistente fin dalle sue origini e ricostruito innumerevoli volte, si presenta oggi nelle forme simil-palladiane dovute alla ricostruzione del 1948 e agli aggiustamenti post-alluvione del 1966. Il secondo elemento è il legame tra questa città e i due conflitti mondiali: il Monte Grappa ospitava una delle linee più turbolente del fronte bellico nel 1918, mentre nel 1944 vi avvenne uno dei più sanguinosi scontri tra Partigiani e Nazifascisti, culminato nelle spietate esecuzioni di massa ricordate oggi nel Viale dei Martiri. A Bassano ci sono anche numerose e importanti raccolte d'arte: il Museo Civico ospita centinaia di dipinti, resti archeologici e statue; il Museo della Ceramica documenta la storia di questa importante arte locale; il Museo Remondini racconta la storia di questa importante stamperia; il Museo della Grappa si occupa di questo famoso prodotto locale, e infine il Museo degli Alpini documenta le imprese di questa specialità di fanteria dell'Esercito Italiano.
5. Marostica
La città degli scacchi è la testimonianza medievale meglio conservata della provincia
    Il centro di Marostica è un enorme castello risalente al XIV secolo e conservato, miracolosamente, nella sua interezza. Sulla piazza principale affaccia il cosiddetto Castello Inferiore; sulla collinetta che sovrasta la piazza sorge il cosiddetto Castello Superiore: le due fortificazioni vengono realizzate da Cangrande della Scala, signore di Verona. E' un altro membro della famiglia scaligera, Cansignorio I, a costruire la cinta muraria che unisce i due castelli trasformandoli in un'unica, grandiosa fortificazione che abbraccia tutta la città. Sulla piazza che affianca il Castello Inferiore c'è una enorme scacchiera: è lì che avviene, ogni due anni, la famosa partita a scacchi con personaggi viventi, rievocazione di un famoso duello a questo gioco di strategia avvenuto nel 1454 tra Rinaldo d'Angarano e Vieri da Vallonara per avere la mano della bella Lionora. All'interno del castello, un piccolo museo raccoglie i costumi della manifestazione e vari altri interessanti manufatti. Una passeggiata panoramica unisce la piazza degli Scacchi al Castello Superiore, da cui si ha una magnifica visione del castello nella sua interezza e di tutto il territorio circostante.
6. Schio
Questa piccola cittadina è stata, nell'Ottocento, l'avanguardia della Rivoluzione Industriale in italia


La Fabbrica Alta


La statua di Alessandro Rossi nel Giardino Jacquard

  La provincia di Vicenza ospita un luogo che è stato centrale nello sviluppo dell'economia italiana: si tratta di Schio, detta "la Manchester d'Italia". Nel 1817 vi viene fondata una azienda laniera, la Lanerossi: il suo fondatore è un semplice pastore improvvisatosi imprenditore, Francesco Rossi. Sarà suo figlio Alessandro, che rileva l'azienda nel 1849, a trasformarla nella più grande azienda laniera del mondo. Dimostrandosi interprete perfetto del capitalismo nella sua componente maggiormente 'paternalista', Alessandro investe grandiose fortune non solo nella costruzione delle sue grandiose fabbriche (tra cui la magnifica Fabbrica Alta, di un anonimo architetto nordeuropeo) ma anche nella realizzazione di strutture destinate a organizzare la vita dei suoi numerosi operai. Nascono allora il grande Asilo d'Infanzia, il Nuovo Quartiere Operaio, il Giardino Jacquard, nonché chiese e monumenti, tra cui il celebre Monumento al Tessitore. Questo centro apparentemente insignificante della provincia vicentina diventa in poco tempo fucina di esperimenti che poi avranno illustre seguito in tutto il mondo occidentale: oggi gli imponenti scheletri delle fabbriche e dei nuovi quartieri, dopo anni di colpevole abbandono, sono in fase di grande riscoperta e valorizzazione. E' un'occasione unica per una visita nuova e originale, basata sulla forte convinzione che, sotto sotto, non deve essere mai solo il 'bello' a interessarci, ma anche e soprattutto la testimonianza storica. A Schio abbiamo il grande privilegio di poter toccare con mano il prototipo dei meccanismi alla base della nostra società: un'occasione da non perdere.

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